Description
All’alba del 2004, tra le baracche e gli acquitrini di Kampala, capitale ugandese, Kamu Kintu è prelevato da due funzionari pubblici per un interrogatorio. Ma una volta in strada, ammanettato come un ladro, verrà linciato dalla folla, pronta a trattarlo come «una cosa» priva di ogni umanità. Forse è solo un tragico scherzo del destino, oppure l’esito inevitabile presagito dal nome della vittima: in luganda Kintu significa cosa, ma designa anche il primo uomo della mitologia Ganda. All’origine di quel destino c’è un episodio accaduto nel regno del Buganda nel lontano 1750, quando il governatore della provincia di Buddu, Kintu Kidda, intraprese una pericolosa traversata per rendere omaggio al nuovo sovrano, l’usurpatore Kyabaggu. Nel viaggio però trovò la morte il figlio adottivo di Kintu, e da quella tragedia scaturì una maledizione che si ripercuoterà per secoli sulla sua stirpe. Sparpagliati nel paese, tutti i suoi eredi – l’inquieta Suubi, il vedovo Isaac Newton, il predicatore Kanani, la donna-generale Kusi, sorella di Kamu –, saranno uniti da un unico obiettivo: liberarsi dal fardello che si annida nel cuore di questa famiglia. Mescolando con sapienza leggende orali e credenze magiche a vivide scene di erotismo e violenza, Jennifer Nansubuga Makumbi ha costruito un’avvincente saga che è anche la storia di una nazione, l’Uganda – sorta di «Africanstein» creata in laboratorio dagli europei –, e una ricerca di senso nell’agire degli esseri umani, perennemente divisi tra intelletto e materialità.
Biographical notes
Nata in Uganda, Jennifer Nansubuga Makumbi ha conseguito un dottorato in scrittura creativa alla Lancaster University nel Regno Unito. Con Kintu, il suo primo romanzo, acclamato come l’equivalente ugandese del Crollo di Chinua Achebe, si è aggiudicata nel 2013 il Kwani? Manuscript Project, concorso letterario per opere inedite promosso dalla rivista «Kwani?» fondata dallo scrittore Binyavanga Wainaina. Insignita del prestigioso Windham-Campbell Prize, Makumbi ha vinto anche il Commonwealth Short Story Prize con il racconto «Let’s Tell This Story Properly».