Description
Eric Rohmer, appassionato di musica, in certi casi compositore di temi musicali per i suoi film, applica la propria “teoria delle forme” all’arte di Mozart e Beethoven. Seguendo un excursus storico, svolge un’analisi in cui il tecnicismo critico è costantemente mitigato da una scrittura che procede con l’enfasi e l’entusiasmo di un informale parlato. La musica, soggetto privilegiato, viene rapportata anche alle altre arti, ripresa secondo le parole e la prospettiva di filosofi, critici, musicisti, scrittori, pittori. Viene così a completarsi il pensiero del regista sviluppato nella raccolta dei suoi articoli (La celluloide e il marmo) riguardanti il rapporto tra le arti e il cinema: la musica è l’unica vera sorella del cinema in grado di cogliere il reale nel suo darsi, permettendo contemporaneamente, in maniera kantiana, un’apertura alla nostra libertà.
Biographical notes
Eric Rohmer, nome d’arte di Jean Marie Maurice Schérer (Tulle 21 marzo 1920 – Parigi 11 gennaio 2010), è stato regista (la maggior parte dei suoi film sono organizzati in tre cicli narrativi: Sei racconti morali, Commedie e proverbi, Racconti delle quattro stagioni) oltre che critico cinematografico e direttore dei Cahiers du cinema. Ha scritto opere teoriche sul cinema (Il gusto della bellezza, L’organizzazione dello spazio nel “Faust” di Murnau, Hitchcock, La celluloide e il marmo). È autore del romanzo Élisabeth oltre che di brevi racconti.