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Anzitutto una spiegazione del titolo. Esso compare nel primo articolo pubblicato nella rivista «Itinerario» in cui redigevo dal febbraio dell’86 la rubrica «Metropoli»; in tale articolo si legge: «È assai probabile che quest’ultimo scorcio di secolo non porterà alcuna seria modificazione nella struttura urbanistica, nella conformazione architettonica, nella vivibilità stessa di Napoli. Nonostante una generale volontà di rinnovamento, alcune iniziative artistico-culturali e la speranza di un ruolo più attivo della città nell’età post-industriale, tutto ci dice che per molti anni ancora ci sarà un «caso Napoli» ad alimentare i discorsi politici, sociologici, letterari e giornalistici. Il guaio è che in questo «caso» dobbiamo viverci e con tutte le note passività antiche e recenti. Se chiamiamo «destino» tale negativa condizione non resta che contrapporvi l’idea di «progetto», per usare l’efficace dicotomia coniata da Argan negli anni ’60. Ma quale progetto? Esso non rifletterà più ideologie globali e totalizzanti vetero-razionaliste, quando il progetto di un edificio stava in quello di un quartiere, questo nel piano regolatore cittadino, a sua volta in quello intercomunale, quindi nell’assetto territoriale, fino a una fantomatica pianificazione nazionale, il tutto disposto come scatole cinesi. Oltre che utopico questo genere di progetto sfuggiva a ogni ragionevole capacità di concezione e di previsione ma soprattutto al senso comune, tant’è che il dibattito urbanistico ha avuto il suo momento di maggiore popolarità quando si è cominciato a porre la questione dei centri storici. […] Di fronte al muro di una realtà che risulta per ogni verso immodificabile, accantoniamo momentaneamente i dati di fatto e le stesse realizzazioni e, almeno in quanto uomini di ricerca e di studio, proviamo a formulare delle ipotesi, ad avanzare delle idee, in ciò confortati non solo dal fatto che ogni prassi è sempre preceduta da idee, ma anche dall’impressione che poche ne abbiano gli uomini pratici e di potere».(dall’Introduzione al volume)