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Il richiamo ancestrale dell'uomo forte al comando in Italia sembra trovare un terreno più fertile che altrove, ma quando anche i cronisti cedono all’irresistibile fascino dell’eroe venuto dall’Europa, quel Mario Draghi da tutti beatificato, allora sì che sarebbe il caso di cominciare a farsi qualche seria domanda sullo stato di salute della nostra fragile democrazia. La cosiddetta “Pax Draghiana” tanto celebrata a reti unificate ha davvero caratterizzato un momento di rinascita del nostro Paese o si è forse trattato di un clamoroso abbaglio collettivo? Il SuperMario nazionale ha davvero il potere di realizzare l’impossibile con la sola imposizione verbale? Cercare di fare le pulci al suo passato per comprendere meglio il suo – e soprattutto il nostro – presente ha il valore di una bestemmia o non si tratta forse di un obbligo deontologico per chi pratica il nobile mestiere del giornalismo?
Con Santo subito Giovanni La Torre sfida la vulgata che vede Mario Draghi come il salvatore della patria, affrontandolo nel campo in cui il novello messia si muove meglio: l’economia. Con un’analisi lucida, rigorosa e imparziale, La Torre smonta una ad una tutte le bugie che si sono stratificate nel corso degli ultimi tempi.