Description
Giuseppe Cruciani racconta il sesso degli italiani attraverso le storie, le confessioni e le esperienze di persone comuni, vip, e di chi col proprio corpo lavora ogni giorno. Cinquant’anni dopo i Comizi d’amore di Pasolini, un viaggio nella società italiana del XXI secolo per conoscere le nostre abitudini e i nostri tabù, veri o presunti. E per scoprire che questi raccontano di noi molto più di quello che crediamo. Nello stile schietto, provocatorio, mai banale che ne ha fatto uno dei conduttori più apprezzati della radio italiana con la sua Zanzara, Cruciani entra nelle lenzuola degli italiani ora come confidente, ora come complice, esplorando tutte le sfumature del godimento italico: scambisti, prostitute, sessodipendenti, feticisti e dominatori diventano personaggi di un Decamerone reale, in cui affiorano le reticenze, le paure, i sogni e i desideri che muovono i nostri gesti più privati.
Biographical notes
Giuseppe Cruciani è nato nel 1966 a Roma, vive a Milano da più di vent’anni e conduce La Zanzara, programma cult su Radio 24. Si è laureato in Scienze politiche studiando un movimento di estrema sinistra peruviano, Sendero Luminoso, e ha lavorato a Radio Radicale, “L’Indipendente” con Vittorio Feltri, Euronews. Insieme a David Parenzo ha creato uno spazio di libertà dove ognuno può dire e raccontare quello che vuole, soprattutto quando si tratta di sesso e parti intime. Nel suo studio un transessuale si è spogliato in diretta a favore della prostituzione legale, una coppia di scambisti ha raccontato i vantaggi dell’orgia, mentre gli ascoltatori discutono spesso sulla vagina depilata o pelosa. Il suo maestro è il conduttore americano Howard Stern, che qualche anno fa scandalizzò l’America col suo linguaggio esplicito e volgare, almeno secondo la morale comune. In una intervista recente il Crux, come lo chiamano i suoi fans, ha detto: “Non mi riascolto mai, per me il passato è tutto da buttare”. Chi lo odia chiama in diretta per insultarlo, “una delle godurie più intense della giornata”. Passa le notti a guardare football americano, e l’estate cercando rifugi solitari in montagna. Alla sua morte vorrebbe un solo epitaffio sulla tomba: “Creò la trasmissione più folle d’Italia”.