Description
Trenta racconti paradossalia definire l'italianità, a sfatare i sacri valori italici perché, come scriveva Ortega y Gasset, il carattere nazionale, come ogni cosa umana, non è un dono innato, ma una costruzione. Un viaggio nello spazio e nel tempo in cui l'attualità si mescola alla storia, la vita vera alla letteratura. Un libro di storie sui nostri tic, sui cliché che ci portiamo dietro, sulle nostre paure e passioni. Protagonisti di queste storie sono individui anonimi e personaggi illustri, scrittori, artisti, intellettuali. C'è una signorina che nel dopoguerra partecipa a una seduta spiritica per trovare marito e c'è la baronessa di Carini, che nella Sicilia del XVI secolo viene uccisa perché trovata a letto col suo amante. C'è il latin lover di provincia che mostra il petto villoso e c'è Melville che cammina per le strade di Roma fiaccato dall'aria malsana della capitale. C'è la ricca donna americana che spende tutti i suoi beni per venire in Italia a imparare il belcanto e c'è Goethe che si commuove ascoltando i gondolieri cantare lungo i canali di Venezia. Un album di bozzetti su pregi e difetti di vari esemplari di mammiferi italiani, sinceri e bugiardi, geni e truffatori, allegri o pessimisti. Sappiamo essere anarchici e nazionalisti, cattolici e miscredenti, ingenui e machiavellici, senza che una narrazione sia più vera dell'altra.
«La signora Grosso per qualche mese fu al centro dell'attenzione dei media per aver predetto l'assassinio di John Fitzgerald Kennedy e indicato il nome del vero colpevole. Non quello arrestato e poi finito da una pallottola, ma un altro che nessuno conosceva, un tale Jacob Fulthon Ills. La signora abitava a Torino in un appartamento tenuto bene e passava le sue giornate comunicando con extraterrestri. Era stato Ithacar, un marziano dai tratti nordici, ad avvertirla che il presidente americano era in pericolo di vita. Quel giorno la Grosso inviò il messaggio alla Casa Bianca, dove fu cestinato come i deliri di una mitomane. JFK fu assassinato il 22 novembre di quell'anno. Che cosa spinse la signora a volersi occupare di politica internazionale da protagonista? Germana Grosso è stata una dei tanti chiaroveggenti, ciarlatani, maghi, che affollano la scena del nostro paese. Gioca a favore la nostra inclinazione all'esoterismo spicciolo, sia quello dei fratelli massoni, delle madonnine che piangono o dei cornetti di corallo nel portafoglio. Noi italiani siamo mitofili: inseguitori di storie irrazionali e racconti miracolosi. Per questo agli scrittori basta osservare i fatti di cronaca per trovare storie da raccontare. Dino Buzzati rimase sedotto dalle vicende della signora Grosso. Volle andare a trovarla. Ne venne fuori un racconto intitolato La signora ch'è stata sulla luna.»
Biographical notes
Raffaella De Santis, nata a Rieti, vive e lavora a Roma. È giornalista e scrive sulle pagine culturali di "la Repubblica". Nel 2011 ha pubblicato Le parole disabitate (Aragno), raccolta di saggi narrativi sulle parole dimenticate della nostra lingua.