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Published in Sociologia n.1/2018 - Rivista quadrimestrale di Scienze Storiche e Sociali dell'Istituto Luigi Sturzo, diretta da Andrea Bixio | L’analisi weberiana della legittimazione del potere e del diritto per diversi aspetti dimostra la sua attualità e utilità per la comprensione di taluni caratteri della contemporanea giurisdizione penale, anche italiana, che comunque non sfugge al processo di razionalizzazione della società occidentale, almeno sino all’avvento della globalizzazione, che è stato sostenuto avrebbe innescato un inverso processo di deformalizzazione del diritto. Essa invero guarda al processo di razionalizzazione del diritto propriamente nell’ambito di un più ampio processo di razionalizzazione “crescente” della civiltà occidentale connesso alle istanze dell’economia capitalistica, nella sua genesi e sviluppo, e ponendosi con Freund la conseguente questione se questa crescita nella sua progressività debba ritenersi comporti l’indebolimento delle forme irrazionali del diritto o finanche la loro scomparsa nel medio o lungo periodo, può concordarsi che «una delle originalità di Weber è di negarlo», perché ha colto potremmo dire la “resilienza” del diritto irrazionale. In una prospettiva storica, «malgrado la razionalizzazione, il diritto irrazionale rifà irruzione in tutte le epoche in forme nuove» e non arretra dunque ma evolve, occorrendo ammettere che «anche nei sistemi più razionali continueranno ad esistere delle forme irrazionali» come gli esempi del processo moderno indicati da Weber stesso della giuria popolare e delle Corti di Assise. È nostra opinione possano tuttora identificarsi alcuni ulteriori e diversi e storicamente più recenti “spazi interstiziali” del resiliente diritto irrazionale materiale nella giurisdizione penale segnatamente italiana e, in particolare la decisione su alcune misure alternative quale l’affidamento in prova al servizio sociale da parte del Tribunale di Sorveglianza, secondo il tipo ideale della giustizia del Cadì delineato da Weber.