Romanzi

Autore:
Anno:
2014
ISBN:
9788858817261
DRM:
Adobe (The downloaded file has the .acsm extension and is converted into the purchased format upon installation on your eReader)

€19.99

Read preview

Description

Luigi Di Ruscio è stato poeta e narratore. Dagli anni cinquanta è stato subito riconosciuto come un talento violento, dissacrante, che si è presto smarcato dall’etichetta sbrigativa di poeta-operaio per costruire una possente, vorticosa avventura letteraria che comincia dentro l’Italia ferita del dopoguerra. Quando Di Ruscio, nel 1957, lascia le Marche per trasferirsi in Norvegia, dove ha lavorato e costruito una famiglia, le sue prose si fanno ancora più intense e febbricitanti. La sua lingua, esiliata, si apre, si scardina, si reinventa. Il ritmo si fa convulso e netto. Non meno di scrittori come Gadda, D’Arrigo, Roversi e Pagliarani, Di Ruscio finisce per dare corpo a opere che, come dice Andrea Cortellessa, “recano su di sé le macchie, gli urti, le ferite della storia: termometri sempre in azione, segnavento che non si fermano mai; e che, così a lungo esposti all’infuriare degli eventi, si rivelano anche accumulatori, giacimenti, immensi archivi viventi d’una storia che continua a passare senza essere mai passata del tutto”. Palmiro, Cristi polverizzati, Neve nera e Apprendistato, raccolti per la prima volta insieme in questo volume, ben corrispondono a quelle che l’autore ha chiamato “memorie romanzesche” − una complessa, beffarda immagine dell’Italia degli anni cinquanta, l’unica Italia che lo scrittore ha di fatto conosciuto, una provincia che diventa mondo e che soprattutto diventa fisicità di scrittura, stordimento, illusione di tempi che non si aprono, e ulcere che non si chiudono, blasfemia e rigore demoniaco, verbale non chiuso di una rivoluzione in atto. Di Ruscio tenta strade che tutte tornano alla sua memoria “romanzesca” e a quell’enunciato che più segna i suoi Cristi polverizzati: “La mia infanzia divenne sempre più totalmente infanzia”.



Tags