La storia di Śiva e Pārvatī

Kumārasambhava
Editore:
Anno:
2018
ISBN:
9788831713993
DRM:
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Description

Nello scenario del sublime Himālaya, scintillante di nevi e al tempo stesso antropomorfo sovrano dei monti, si svolge la vicenda di sua figlia, la stupenda Pārvatī, e dell’inquietante dio Śiva. Vuole un decreto del Creatore Brahmā che solo un figlio nato da questi sposi divini possa sconfiggere il demone Tāraka che si è impadronito dell’universo e ne fa scempio. Ma Śiva, affranto per la tragica morte della prima moglie, siede in meditazione profonda su un picco inaccessibile e non si accorge nemmeno della meravigliosa fanciulla già innamorata di lui. Non lo vincerà la freccia del dio dell’amore ma l’intelligente Pārvatī, che lo attrae dimostrando di essere capace anche di un’ascesi implacabile. Lo sposalizio trionfale nella capitale festante del regno e una notte d’amore senza fine coronano la storia di una delle coppie più amate della fede hindu e dell’immaginario mondiale, capace di incantare i lettori di ogni epoca. Composta secondo i principi raffinati della letteratura indiana classica, costruita in maniera magistrale nella scansione degli episodi e dei sentimenti, l’opera si può leggere anche come un’introduzione poetica ai grandi temi della relazione fra ascesi ed erotismo e della visione tantrica della sessualità.


Biographical notes

Kālidāsa (IV-V secolo d.C.) vive probabilmente nella splendida Ujjain alla corte degli imperatori Gupta durante il periodo d’oro dell’arte e della cultura indiana antica, il «secolo di Pericle della storia dell’India». Assai celebre in patria mentre era ancora in vita, le sue opere saranno ripetutamente commentate e apprezzate da numerosi teorici e critici, in particolare per il potere di suggestione, per la qualità della dolcezza e come esempio fra i più alti dello stile “delicato”. A ciò si aggiunge la finezza psicologica spesso manifesta nello humour sottile che i critici occidentali moderni gli riconoscono. Al di fuori dell’India Kālidāsa è lo scrittore indiano più conosciuto e ammirato, salutato fin dalle prime traduzioni come poeta di levatura universale da lettori quali Goethe e Alexander von Humboldt. Le opere attribuitegli dalla tradizione indiana sono numerosissime. Per la critica scientifica sono certamente di sua mano tre drammi, il poemetto Nuvolo messaggero (Meghadūta), famosissimo in tutto il subcontinente come pure in Occidente, il poema epico La stirpe di Raghu (Raghuvaṃśa) e La storia di Śiva e Pārvatī - in originale Kumārasambhava, «L’origine di Kumāra», dal nome del primogenito della coppia -, inclusa già dai lettori dell’India antica fra i sei capolavori assoluti della letteratura classica.
Giuliano Boccali ha insegnato per oltre quarant'anni indologia e sanscrito all'Università degli Studi di Milano e a Ca’ Foscari Venezia. Autore di saggi critici e di traduzioni dei maggiori poeti indiani antichi dal II al XII secolo d.C., studia in particolare la formazione della letteratura d’arte, la poesia, l’estetica dell’India classica e medievale. Per Marsilio ha curato Poesia indiana classica (con Siegfried Lienhard) e Poesia d’amore indiana. È presidente onorario dell’Associazione italiana di studi sanscriti (AISS) e collaboratore del supplemento domenicale del «Sole 24 Ore».

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