Description
Il potere non è una cosa positiva o negativa in sé. È come le calorie in una dieta: non sempre è desiderabile averne di più.
Lo smart power è la combinazione dell'hard power della coercizione con il soft power della persuasione e dell'attrazione: il dittatore nordcoreano Kim Jong-Il guardava i film hollywoodiani, ma questo non ha avuto effetti di rilievo sul programma nucleare della Corea del Nord. E il soft power dell'attrazione non è riuscito certo a dissuadere il governo talebano dal sostenere al-Qaeda negli anni Novanta. È stato necessario impiegare l'hard power militare nel 2001 per porre fine a quella situazione, anche se il modo migliore di promuovere la democrazia e i diritti umani non è certo imbracciando il fucile. Nessuno ha ancora detto l'ultima parola sul controverso concetto di potere, ma dal momento che non possiamo evitare di parlarne è necessario pensare a una prospettiva più ampia nelle visioni strategiche, che tenga conto di profonde trasformazioni in atto. Come il fatto che il contesto globale sia investito dalla nuova rivoluzione informatica, che sta cambiando la natura stessa del potere favorendone la diffusione. Gli Stati resteranno sempre gli attori dominanti sulla scena mondiale, ma troveranno questo ciberspazio sempre più affollato e difficile da controllare. Anche questo è smart power.
Se il vostro obiettivo è capire gli affari internazionali nel Ventunesimo secolo, non potreste trovare una guida migliore.
Madeleine K. Albright
Se siete alla ricerca di una brillante e originale analisi del ciberpotere, leggete il capitolo 5 di Smart Power. Se invece state cercando la migliore e più esauriente analisi del potere nella politica mondiale, leggete l'intero libro.
Robert O. Keohane, Princeton University
Biographical notes
Joseph S. Nye Jr. è University Distinguished Service Professor alla Kennedy School of Government della Harvard University. A Washington è stato capo del National Intelligence Council, vicepresidente del Sottosegretariato di Stato e sottosegretario alla Difesa durante l'amministrazione Clinton. Collaboratore del "Washington Post", del "Wall Street Journal" e del "New York Times", è autore di numerosi libri. In Italia sono stati tradotti per Einaudi Il paradosso del potere americano (2002) e Soft power (2005).