Description
Nella seconda metà del XVIII secolo il credo genovesiano alimenta le aspirazioni illuministiche di una «pubblica felicità» e di un moderno progresso. L’attesa di una riforma legislativa e di mutamenti economici impegna vari strati della società. L’editoria risponde prontamente al clima di rinnovamento e amplia il suo raggio di azione soddisfacendo le richieste di letterati, intellettuali, scienziati. Tra S. Gregorio Armeno e S. Biagio del Librai si insediano nuove botteghe librarie. I negozianti sono i principali interlocutori tra lettori e autori: intraprendono a proprie spese pubblicazioni e ristampe, cogliendo il momento favorevole agli investimenti. Il quotidiano contatto con uomini di legge, colti religiosi, e un’élite intellettuale aperta al nuovo sapere li condiziona nelle scelte editoriali e talvolta anche in quelle ideologiche. Gli Stasi, inseritisi nella vita culturale del ’700, sono partecipi con le loro vicende personali delle nuove idee e con la loro attività editoriale testimoniano come il libro non sia stato soltanto una merce in vendita ma lo strumento per una formazione ideologica e per una convinta adesione agli ideali massonici.