Descrizione
"Ogni guerra ha mille volti. Questo è il mio, come io l'ho vissuta. Come capitai io, una giovane donna, dell'età di diciannove-venti anni della minoranza ungherese della Transilvania ricongiunta alla madrepatria sposata da pochi mesi, nel castello degli Esterházy di Csákvár. La vita di una donna sul fronte. La fame, i pidocchi, scavare trincee, sbucciare patate, il freddo, il fango. Questa vita non era solo la mia. L'anziana madre di mio marito, dai capelli bianchi, fu portata via e stuprata allo stesso modo delle ragazze adolescenti. I soldati russi mi aggredivano, mi picchiavano, mi proteggevano, mi calpestavano le mani con gli stivali, mi davano da mangiare. Chi erano loro, chi eravamo noi? Perché stupravano le donne, pagando magari questo gesto con la loro vita? Le bombe e i proiettili non causarono solo distruzione, non furono giustiziati solo ungheresi e tedeschi. Per cosa stavano combattendo loro? E noi?"
ALAINE POLCZ
Transilvania, allora Ungheria, 1944. Alaine Polcz all'età di diciannove anni si sposa con un uomo che ama, senza sapere quanto ne sia riamata. All'avvicinarsi delle truppe romene, in autunno, insieme al marito scappa da Kolozsvár (attuale Cluj-Napoca), dove ritorna solo al termine della guerra, dopo aver attraversato l'inferno del fronte. Un libro che va a toccare un argomento tabù in Ungheria fino al 1990, fino alla fine del comunismo: le violenze, gli stupri commessi dai soldati dell'Armata Rossa. Una questione che torna oggi di tragica attualità con le guerre in corso nel mondo, in particolare quella seguita all'invasione russa dell'Ucraina, che richiama da vicino gli episodi narrati.
Un'autobiografia che ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale, ed è stata tradotta in francese, tedesco, inglese, spagnolo, russo, romeno, sloveno, serbo, estone e polacco. Nell'appendice della nostra edizione italiana è inserita la traduzione della postfazione russa "Dopo questo sarà tutto un po' diverso" di Jurij Gusev.