Descrizione
Questa è la storia della mafia di origine Rom, radicatasi nell'area romana e pontina grazie alla dinastia dei Casamonica-Di Silvio, e del laboratorio criminale che l'ha generata, con la complicità di una politica spesso di destra che ha aperto le sue porte girevoli a uomini del clan, favorendone le imprese criminali, gli interessi e le carriere politiche. Nata da una famiglia originaria della provincia di Isernia poi trasferitasi nel quartiere Tuscolano a Roma, questa organizzazione mafiosa si è diffusa senza incontrare ostacoli, coperta da una grave sottovalutazione da parte delle istituzioni e della cittadinanza. Attraverso questo strano laboratorio sociale, il clan mafioso ha già eletto un proprio rappresentante nel Parlamento italiano, mentre l'esperimento criminale in corso prevede una costante crescita del consenso, lo stato di subordinazione e omertà della popolazione e l'accondiscendenza di parte della politica. Con poche eccezioni.
«Sono il clan Casamonica-Di Silvio e tutti gli altri clan che oggi fanno da calce, da malta e da cemento per mantenere insieme i vari pezzi, anche i più piccoli, di un muro di omertà, violenza e affari illeciti. In nome di tutte le donne e gli uomini che hanno lottato e spesso perduto la vita contro questo sistema e per la democrazia, deve essere condotta una lotta di liberazione dalle ideologie fasciste ancora presenti nelle vene di questo Paese, contro i loro referenti diretti e politici, e contro tutte le mafie e i loro affiliati, referenti e conniventi. Non è una battaglia impossibile. È una battaglia da condurre e da vincere, se si hanno a cuore lo Stato di diritto e il futuro dell’Italia.»
«Sono il clan Casamonica-Di Silvio e tutti gli altri clan che oggi fanno da calce, da malta e da cemento per mantenere insieme i vari pezzi, anche i più piccoli, di un muro di omertà, violenza e affari illeciti. In nome di tutte le donne e gli uomini che hanno lottato e spesso perduto la vita contro questo sistema e per la democrazia, deve essere condotta una lotta di liberazione dalle ideologie fasciste ancora presenti nelle vene di questo Paese, contro i loro referenti diretti e politici, e contro tutte le mafie e i loro affiliati, referenti e conniventi. Non è una battaglia impossibile. È una battaglia da condurre e da vincere, se si hanno a cuore lo Stato di diritto e il futuro dell’Italia.»
Note biografiche
Marco Omizzolo – Sociologo, docente a contratto di Sociopolitologia delle migrazioni all’università La Sapienza e presidente di Tempi Moderni. Si occupa di mafie, tratta internazionale e caporalato. Ha lavorato come bracciante infiltrato in diverse aziende agricole dell’Agro Pontino, reclutato da caporali indiani, per studiare il grave sfruttamento dei migranti in agricoltura. Ha continuato i suoi studi in India seguendo un trafficante di esseri umani per indagare il sistema di tratta internazionale. È stato animatore a Latina il 18 aprile 2016 dello sciopero di oltre quattromila braccianti indiani contro caporali e padroni, e dell’occupazione di varie aziende agricole locali. Lo sciopero è stato replicato il 21 ottobre del 2019. Nel 2019 è stato nominato, dal Presidente Mattarella, Cavaliere della Repubblica per meriti di ricerca e impegno contro il caporalato e lo sfruttamento. È stato più volte candidato al premio internazionale Unesco per le personalità che hanno lottato per i diritti umani e per la pace. Da anni vive sotto protezione per le numerose minacce di morte subite.