Descrizione
Spesso si sottolinea l’urgenza di cambiare la nostra società. E a buona ragione, perché quella in cui viviamo è una vera e propria gabbia che toglie il fiato, secondo Bruno Latour. Per farlo, però, bisognerebbe prima cercare di cambiare la nozione stessa di “società”, ritornando al significato originario di “sociale” per ritracciare nuove possibili connessioni.
Il sociale non indica infatti un dominio specifico, ma un movimento di riassociazione e riassemblaggio in perenne mutamento. Partendo dalle recenti intuizioni degli studi scientifici, Latour espande il significato di “sociale” per applicarlo agli umani e alle società moderne, così come a coralli, babbuini, alberi, api, formiche e balene, nel tentativo di perseguire una nuova “scienza della convivenza” che tenga conto della coesistenza di “elettori ed elettroni, ONG e OGM”.
Dalla tecnologia alla salute, dalle organizzazioni di mercato all’arte, dalla religione al diritto, dal management alla politica, Latour esplora campi molto diversi per proporre un nuovo approccio di ricerca nelle scienze sociali: una “sociologia delle associazioni”, divenuta nota come Actor-Network Theory, in cui il sociale è il risultato di associazioni di entità eterogenee e non di una definizione a priori.
Note biografiche
Bruno Latour, filosofo e antropologo, si occupa in particolare di sociologia della scienza. Insegna da oltre vent’anni al Centre de sociologie de l’Innovation dell’École nationale supérieure des mines di Parigi. Tra i suoi libri tradotti in italiano ricordiamo La scienza in azione. Introduzione alla sociologia della scienza (1998); Politiche della natura. Per una democrazia delle scienze (2000); Cogitamus. Sei lettere sull’umanesimo scientifico (2013); Non siamo mai stati moderni. Saggio di antropologia simmetrica (2015).