Descrizione
Come rendere efficienti le regioni italiane? La saldatura tra l’attuale delegittimazione della sfera politico-istituzionale e la crisi fiscale dello Stato sta mettendo in discussione l’architettura della nostra amministrazione locale. La risposta prevalente, dettata dall’emergenza e dalla volontà collettiva di semplificazione, è stata finora quella di riportare poteri e responsabilità al centro del sistema, senza valutare a fondo quanto ciò risulti incoerente con la storia e con l’attualità del paese. Eppure non si può negare che l’Italia abbia costruito sul protagonismo territoriale la pista del suo sviluppo. Per questo oggi uno sguardo attento alla sfera delle autonomie e in particolare alla dimensione delle regioni è una scelta obbligata. Questo agile volume rivela come siamo in effetti davanti a una situazione estremamente differenziata: ci sono realtà amministrative efficienti e altre che ne sono la negazione. C’è una politica del governo centrale che però tratta tutti allo stesso modo, nonostante le evidenti differenze interne. Come si può uscire da un tale labirinto in cui ad essere premiati sembrano sempre i peggiori? Il saggio, oltre a un’analisi di dettaglio sui conti territoriali condotta insieme al Censis, mostra l’obiettivo di tracciare una possibile via d’uscita: è il governo a geometria variabile, che si fonda sullo scambio tra autonomia e responsabilità. Da un lato il governo centrale concede la devoluzione locale delle risorse, dall’altro pretende buon governo e responsabilità. Ecco una proposta di federalismo autentico, che sollecita l’autogoverno e non la moltiplicazione dei difetti del centralismo.