Descrizione
La città è stata fin dal Medioevo il luogo della socialità per eccellenza, il contesto nel quale si sviluppano le dinamiche che determinano l’identità individuale, la dignità e i sentimenti dei «cittadini». La civitas europea ha trovato storicamente la sua manifestazione esteriore nell’urbs, la cornice quotidiana fatta di strade e case in cui le persone ambientano le proprie vite, in un confronto interpersonale che è la base stessa della libertà. Per secoli le città hanno visivamente «mostrato» le tensioni, i conflitti e le diverse istanze di chi le aveva abitate, lasciandole scolpite nella tessitura delle strade e nell’architettura delle abitazioni. Nell’ultimo secolo ha invece preso il sopravvento il concetto di pianificazione, l’idea che fosse vantaggioso stabilire a priori in quali direzioni e con quali modalità una città dovesse svilupparsi, in vista di un fine considerato – dall’autorità – necessario al benessere della cittadinanza. Ma così facendo si è inevitabilmente sottratto al cittadino il diritto di esprimere la propria visione e di far parte a tutti gli effetti della società in cui vive. Liberi di costruire è un libro «impegnato», denso di denuncia e di consapevolezza politica, nel quale l’autore reclama il diritto alla libertà. «Ridurre i desideri degli uomini a diritti codificati nella dottrina della pianificazione, imposti da governi illuminati e pedagogici a cittadini riottosi e ignari del loro stesso bene, significa cancellare quello che li rende uomini: la diversità dei loro individuali progetti di vita».
Note biografiche
Marco Romano, docente di estetica della città, è stato Direttore del Dipartimento di Urbanistica allo iuav e Direttore della rivista «Urbanistica», organo dell’Istituto Nazionale di Urbanistica. Oltre a collaborare con il «Corriere della Sera», ha pubblicato L’estetica della città europea (1993), Costruire le città (2004), La città come opera d’arte (2008) e Ascesa e declino della città europea (2010).