Description
“Il passato è davanti, il futuro alle spalle”.
Da questa frase paradossale parte il saggio
di Tim Ingold.
Nel suo nuovo, provocatorio e coinvolgente
volume, l’antropologo inglese cerca
di rispondere a una domanda con cui
ognuno di noi finisce prima o poi per confrontarsi: perché il futuro ci fa così paura?
Ingold sostiene che la radice della nostra
difficoltà nell’affrontare il futuro risiede
soprattutto nel modo in cui pensiamo alle
generazioni. Esse sono spesso immaginate
a strati una sull’altra come fogli in una
pila. Cosa accadrebbe, invece, se considerassimo le generazioni come fibre di
una corda tra loro intrecciate?
Adottare l’idea secondo cui la vita si forma
nella collaborazione tra generazioni
potrebbe non solo ridurre l’ansia che caratterizza l’età presente, ma anche offrire
una solida base per la coesistenza futura.
Ciò implicherebbe l’abbandono di una
cieca fede nel progresso e quindi nella
Scienza e nella tecnologia come uniche
risposte ai problemi dell’umanità.
Ingold mostra che c’è ancora speranza, e
questa si trova nelle generazioni del passato, per le generazioni a venire.
A cura e con un saggio introduttivo di
Nicola Perullo
Notes biographiques
Tim Ingold è professore emerito di Antropologia
sociale all’Università di Aberdeen, nonché membro della British Academy e della Royal Society di Edimburgo.
I suoi interessi spaziano dall’antropologia all’archeologia, dall’arte all’architettura e dalla filosofia alle scienze ambientali. Per Meltemi sono stati già tradotti Ecologia
della cultura (2016) e Antropologia (2020).