Description
Negli ultimi anni, si è assistito a una straordinaria rinascita del romanzo storico. Da Sebald a Littell, da Énard a Janeczek, da Haenel a Tarabbia, da Amis a Falco: il nuovo millennio in letteratura si è aperto con un ritorno sui luoghi delle più atroci catastrofi del Novecento, in un'opera di rilettura continua degli eventi che hanno orientato la nostra storia recente. In questo processo, salta agli occhi come un gran numero di testi abbia scelto di adottare il filtro della soggettività vittimizzata, incrociando gli strumenti della finzione con gli stilemi e le posture tipiche della testimonianza.
Che cosa innesca questo ritorno sistematico tra le pieghe tragiche del nostro passato? Perché il racconto storico – discorso pubblico, se ce n'è uno – appare oggi sempre più nelle vesti di racconto dell'io? Quali effetti produce l'incrocio tra la retorica persuasiva del testimone e gli artifici di marca romanzesca? Sono alcune delle domande alle quali il libro cerca di dare risposta. Attraverso un'analisi narratologica incentrata sulle costanti e le varianti stilistico-formali delle finzioni testimoniali, si definiscono qui i contorni di un tempo infestato, il nostro tempo, sospeso tra la compulsione a interrogare ciò che è stato e la ricerca di un varco che porti al futuro.