Chani e Baruch non si conoscono l'un l'altro, ma sono in procinto di sposarsi. Baruch Levy è obbediente e religioso. Studia appassionatamente la Torah rendendo la sua famiglia, di ricchi e ignoranti parvenu, orgogliosa di lui, almeno fino al giorno in cui annuncia il nome della ragazza che vorrebbe sposare: Chani Kaufman, appartenente a una famiglia povera e molto religiosa. Chani, a diciannove anni, è sempre più frustrata dagli obblighi della sua comunità ultra-ortodossa. Decide di seguire l'unica via di fuga ammessa: fidanzarsi. Anche se trova attraente l'onestà di Baruch, i suoi goffi tentativi di corteggiamento la spaventano: cosa potrà aspettarsi da una vita matrimoniale con uno come lui? La coppia inizia così a affrontare il percorso tradizionale che conduce al matrimonio: i genitori, la sensale, i mikveh, i loro confidenti e gli amici più stretti, la riluttanza della ricca famiglia di Baruch, la rassegnata determinazione della numerosa e povera famiglia di Chani, il cinismo dell'organizzatrice di matrimoni e la delicata tragicità della Rebbetzin (la moglie del rabbino) che guida Chani nel percorso che la conduce al matrimonio e alla prima notte di nozze. Sarà proprio Rebecca, sposa del rabbino locale e madre di tre figli, a confrontarsi sia come donna che come credente con Chani, diventando il suo alter ego narrativo. Nata in una famiglia ebrea non ortodossa, di origine polacca, scampata all'olocausto, sovverte il baricentro della sua vita a causa dell'amore per Chaim (il rabbino), inizia ad aderire al modus vivendi della comunità ebraico-ortodossa, cambia il suo nome in Rivka e consacra la sua vita a Dio e a Chaim. La sua fede però vacilla in varie occasioni: un figlio morto, un aborto, la rinuncia alle sue libertà personali minano le consapevolezze acquisite in tanti anni. Il mondo ebraico ortodosso che all'inizio le era sembrato un nido accogliente si trasforma in una gabbia dove il libero arbitrio è annullato dai dettami della comunità, fino al sorprendente finale, in cui si liberano tutte le tensioni accumulate nel profondo della coscienza. Finalista del Man Booker Prize 2013, il libro di Harris offre uno sguardo voyeuristico in una comunità ultra-ortodossa realisticamente descritta nei suoi tratti sociologici e antropologici fondamentali: l'amore, il matrimonio, l'individualità di una micro società che appare ferma nel tempo e il suo scontrarsi, in un alternarsi di attrazione e repulsione, con i dettami della contemporaneità. Ogni mossa sembra predeterminata, lasciando al lettore il compito di capire le scelte che animano i piccoli e i grandi sentieri che costituiscono l'intreccio di questo suggestivo romanzo corale.