Description
Un esordio musicale, questo di Alessandro Santese, che scrive una vera e propria sinfonia notturna: la notte è presente con tutti i suoi volti e tutte le sue tensioni, dal sogno al dormiveglia, al sussurro serale, al ricordo infantile, all’inno o all’invocazione tenebrosa. Sembra che tutto parta da lì e che tutto converga lì: il buio diventa creatura vivente e chiama tra le sue ombre, ci rivela presenze disseminate in ogni stagione, ci suggerisce soprattutto il risvolto segreto di ogni evento, la verità che si nasconde in qualche abisso della nostra esperienza e dal fondo più remoto ci manda i suoi messaggi con l’urgenza delle cose a lungo taciute, sul punto di scomparire, di perdere interamente la voce. […] la poesia di Alessandro Santese – che ha una componente liturgica scandita dai versi latini, come solenni iscrizioni – ritma le epoche del suo rito e ci fa ascoltare una per una le anime delle creature che sciamano nella stanza e si immergono nei nostri baci. (Milo De Angelis)