Description
Vi è un protagonista che ha attraversato per mezzo secolo le vicende eversive italiane. Lo troviamo a fianco del presidente degli Stati Uniti e seduto al tavolo da poker con Buscetta, nella fondazione di una massoneria universale e tra i congiurati della Rosa dei Venti, vicino a Junio Valerio Borghese e in rapporti con vertici militari, della diplomazia e degli affari. È il principe palermitano Gianfranco Alliata di Montereale, uscito indenne dalle vicende penali che lo videro coinvolto a partire da quando il suo nome risuonò tra i mandanti della prima strage della Repubblica, l’eccidio di Portella della Ginestra, essendo stato il suo accusatore avvelenato per tempo in una cella dell’Ucciardone. Un’esistenza rimasta nell’ombra, su cui fa luce il saggio di Giovanni Tamburino, il magistrato che nel 1974 a Padova condusse l’inchiesta contro la struttura eversiva di stampo neofascista denominata Rosa dei Venti.
Il volume attinge a una ricca documentazione inedita, custodita nell’Archivio storico della Camera, ad atti giudiziari, a fondi archivistici finora inesplorati (su cui si basa, tra l’altro, la ricostruzione della biografia di Alliata e delle figure da lui incrociate nella Cronologia curata da Maurizio Massignan). Ne è risultata l’evidenza di nessi inimmaginabili tra organismi (consorterie mafiose, gruppi neofascisti, massoneria occulta, servizi segreti sottomessi) e personaggi (killer di diverso colore, magistrati corrivi, generali infedeli, politici pavidi) che impone una profonda rilettura dell’età dei terrorismi. L’esistenza di un comune obiettivo spiega l’uso sistematico della violenza anche di opposto segno nella manipolazione dei momenti cruciali della storia recente. Il tutto raccordato da una zona grigia che emerge con nitidezza da queste pagine: una rete protettiva, stratificata ed estesa più di quanto si pensasse, la cui esistenza chiarisce le lunghe impunità e i singolari trattamenti riservati agli autori delle stragi e delle violenze.
Notes biographiques
Giovanni Tamburino, magistrato dal 1970 al 2015, componente negli anni ottanta del Consiglio superiore della magistratura presieduto da Sandro Pertini, cofondatore del Movimento per la giustizia di cui fu socio Giovanni Falcone, capo dell’Amministrazione penitenziaria dal 2012 al 2014, ha condotto l’istruttoria che nel 1974 ha evidenziato le complicità tra gruppi dell’estremismo neofascista, il servizio segreto del tempo e ambienti militari. È componente del Consiglio direttivo dell’Archivio Flamigni. Per Donzelli è coautore de L’Italia delle stragi (a cura di Angelo Ventrone, 2019).