Description
Rapato a zero raccoglie una cinquantina di elzeviri pubblicati in terza pagina dal quotidiano «La Nazione» di Firenze agli inizi degli anni ’80. Scritti di getto e dettati per telefono dal Messico il giovedì mattina, conservano la scalpitante, affettuosa vivacità originaria e l’irriverenza caratteristica dello scrittore toscano, travagliato cittadino del mondo, insofferente di ogni diktat. Coccioli fustiga ridendo, con fondamentale bonomia, feticci culturali, vizi e vezzi di chiunque, compreso sé stesso. Qualunque sia l’argomento o lo spunto di un articolo – l’underground, i gatti, i Bronzi di Riace, gli Hare Krishna, Dio, l’amore, l’anima, gli alcolisti –, lo scrittore non parla mai dall’alto di un pulpito, ma, quasi a braccio, dal piano basso della realtà quotidiana, in mezzo al traffico delle presenze materiali e spirituali della sua vita.
Rapato a zero è una sequenza di brevi cicloni narrativi che dissolvendosi in una coda di persistenti armonici deposita nelle nostre mani uno smagliante galateo morale e intellettuale.
Notes biographiques
Nato a Livorno nel 1920, laureatosi a Roma nel 1943, Carlo Coccioli si è specializzato in religioni orientali e in lingue e letterature camito-semitiche. Ha partecipato alla Resistenza ed è stato decorato con la medaglia d’argento al valore. Ha pubblicato il suo primo romanzo a Firenze, dove viveva, nel 1946. Nel 1949 si è trasferito a Parigi e nel 1953 a Città del Messico, dove è scomparso nel 2003. Autore di un’opera vasta e multiforme, composta in tre lingue e tradotta in tutto il mondo, può essere a buon titolo considerato uno dei maggiori scrittori italiani del ’900. Fra le altre sue opere ricordiamo almeno: Fabrizio Lupo, L’erede di Montezuma, Le corde dell’arpa, Documento 127, Uomini in fuga, Davide, Requiem per un cane, La casa di Tacubaya, Piccolo Karma, Budda e il suo glorioso mondo.