Description
Che cos’è il territorio ferrarese? Come lo immaginiamo se chiudiamo gli occhi? Oggetto di questa ricerca è la formazione di una rete di intellettuali a Ferrara tra l’inizio degli anni Cinquanta e la fine degli anni Ottanta, che hanno prodotto fuori e dentro le mura cittadine una serie di opere visive (se pensiamo alla pittura, alla fotografia, al cinema, alla videoarte) e di scritti (reportage, inchieste sociali, saggi, poesie, racconti, romanzi): tutte opere innovative e di valore antropologico. Alla base dello sguardo di questa generazione di intellettuali vi era un punto di vista fortemente transdisciplinare in cui le separazioni tra discipline – a cominciare da quella tra studi scientifici e umanistici – erano meno evidenti, vista anche l’assenza di facoltà umanistiche e l’istituzione della prima cattedra di Antropologia a Ferrara solo in anni recenti. Le domande al centro di questo volume sono: come si è formata questa rete? Quanto ha contribuito a fare del capoluogo estense, e della sua provincia, una grande città dell’arte e della cultura?
Notes biographiques
Giuseppe Scandurra insegna Antropologia culturale presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara. Ha pubblicato numerosi saggi e libri di antropologia urbana. Fa parte del comitato scientifico dell’”Istituto Gramsci Emilia-Romagna” ed è membro fondatore del gruppo di ricerca ”Tracce Urbane”. Dirige, con Alfredo Alietti, il Laboratorio di Studi Urbani e, con Carlo Cellamare, la rivista ”Tracce Urbane. Italian Journal of Urban Studies”.