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«Frugare nella vita sessuale degli angeli con collarino e abito talare fa sicuramente notizia, non solo sulla stampa scandalistica. La Chiesa cattolica preferirebbe sottacere il problema, ma la realtà è che migliaia di preti nel mondo hanno rinunciato al loro ufficio per via del celibato obbligatorio. Si possono indicare soprattutto tre ragioni per cui oggi appare necessario discuterne: affrontare il problema degli scandali degli abusi sessuali, arginare la dilagante carenza di preti e attenuare la crisi strutturale e di sistema della Chiesa cattolica».
La regola del celibato, che impone ai sacerdoti cattolici l’astensione dal matrimonio, viene ancora oggi propugnata come pilastro della Chiesa, nonostante gli scandali e le polemiche, sempre più frequenti, legati alle accuse di abusi sessuali commessi da preti. Hubert Wolf – teologo e storico della Chiesa, uno dei massimi esperti di Archivi vaticani – mostra come le origini del celibato non siano affatto così remote e come oggi i preti sposati siano già una realtà. L’autore analizza i diversi argomenti a giustificazione del celibato, strutturati in 16 limpide tesi, e individua ragionevoli motivi a favore della sua abolizione definitiva. L’esposizione lineare, che attraversa in profondità la storia della Chiesa, ha l’effetto di un monito forte, di un incoraggiamento a procedere sulla via dell’abolizione di questo istituto, che dovrebbe trovare ascolto anche in Vaticano, soprattutto in vista del Sinodo dei vescovi che si terrà a ottobre 2019, dedicato all’Amazzonia e alle questioni spinose della drammatica crisi vocazionale. Non ci sono abbastanza preti, in particolare in un territorio così vasto come quello sudamericano, per cui si rende problematica la stessa celebrazione dell’eucaristia, quello sì pilastro irrinunciabile della Chiesa cattolica. Il celibato dei preti, nato in origine dal culto della purezza sacerdotale, ha salvaguardato la Chiesa da pretese ereditarie di figli legittimi e ne ha tracciato successivamente la linea di demarcazione rispetto ai protestanti. Ancora negli anni di Giovanni Paolo II il celibato, mediante il riferimento a Gesù, ha subìto una trasfigurazione in senso spirituale. Il numero crescente dei casi di abuso venuti alla luce dovrebbe tuttavia indurre a chiedersi se il celibato sacerdotale giovi davvero al futuro della Chiesa. Hubert Wolf si pone questa domanda per il bene della stessa Chiesa e mette il controverso istituto di fronte al rigoroso banco di prova della storia. Ci spiega come si giunse al celibato, come mai le argomentazioni passate non attraggano più e quali buone ragioni oggi vi si oppongano: le deroghe al celibato hanno dato buoni risultati, la carenza di preti potrebbe essere superata e il pericolo di abusi arginato. In un punto Wolf dà tuttavia ragione ai fautori del celibato: in forza della sua abolizione il sistema clericale, con la sua scarsa considerazione dei «laici» e delle donne, dovrebbe essere rivisto nella sua globalità. E questo sarebbe indubbiamente un bene.
Notes biographiques
Hubert Wolf è professore ordinario di Storia della Chiesa all’Università di Münster ed è uno dei massimi conoscitori degli Archivi vaticani. È stato insignito del Premio Leibniz della Deutsche Forschungsgemeinschaft, del Communicator-Preis e del Gutenberg-Preis. Di Wolf la Donzelli editore ha pubblicato Storia dell’Indice. Il Vaticano e i libri proibiti (2006) e Il papa e il diavolo. Il Vaticano e il Terzo Reich (2008, finalista al Premio Acqui Storia). In Italia è uscito anche il suo Il vizio e la grazia. Lo scandalo delle monache di Sant’Ambrogio (Mondadori, 2015).