Description
Fin dalla preistoria l’uomo è intervenuto nella selezione del cane, prima per renderlo veloce, forte e adatto al lavoro, in seguito, a partire dalla metà dell’800, per fargli vincere concorsi di bellezza e mettere in mostra il suo pedigree. La sorte del gatto, purtroppo, non è stata molto diversa: privato degli spazi di cui gode in natura, è diventato un animale casalingo e da competizione estetica. Che si tratti di cani o gatti, i pet sono ormai simboli di status e per questo è necessario che siano «di razza». Ben pochi però si preoccupano delle conseguenze di questa trasformazione: sono animali geneticamente più deboli, soggetti a quasi 400 patologie (in continuo aumento) direttamente collegabili a difetti congeniti delle razze e sono protagonisti, loro malgrado, di un mercato disumano che li tratta come una merce di scambio pregiata. Se è vero che il cane è il migliore amico dell’uomo, siamo sicuri che l’uomo sia il migliore amico del cane (e del gatto)?
Notes biographiques
Massimo Raviola laureato a pieni voti in medicina veterinaria nel 1991 presso l’università di Torino, dirige dal 1998 la Clinica Veterinaria Europa di Torino, nella quale si occupa prevalentemente di ortopedia e chirurgia, oltre che di medicina di base per animali da compagnia. Dal 1997 al 2006 ha collaborato ad attività di pet-therapy presso strutture psichiatriche di Torino e provincia. Nel 2008 ha conseguito il master universitario di II livello in bioetica.