Il sacro tra figurazione e riproduzione

Published in Sociologia n. 2/2018 - Rivista quadrimestrale di Scienze Storiche e Sociali dell'Istituto Luigi Sturzo, diretta da Andrea Bixio
Éditeur:
An :
2019
ISBN:
9788849243659
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La figurazione del sacro nell’esistenza è attraversata da un sostanziale paradossalità, che ne qualifica i contenuti e le forme entro la molteplicità dei modi in cui viene esperita. Il darsi figura, il formarsi del sacro nella nostra comprensione ha in sé stessa natura problematica, a causa dell’indicibilità del suo medesimo contenuto; in altri termini, si tratta di definire i modi in cui si renda rappresentabile – e dunque oggetto del discorso – una sostanza che si qualifica per la sua estraneità all’esperienza immediata. Eppure, l’esperienza non è mai del tutto immediata e indifferente – tutt’altro! – poiché solleva di continuo il problema del significato di ciò che incontriamo; la presenza del reale, e ancor più la possibilità della sua dissoluzione, delineano al nostro sguardo la questione sull’importanza – sul valore – di ciò che esiste. In modo del tutto coessenziale, la domanda sul valore diviene domanda sul significato, sul contenuto della cosa: essa si qualifica solo in rapporto strumentale alla nostra fruizione o esperienza? Oppure assume valore e significato anche al di là della nostra possibilità di percepirla? Dunque, quale contenuto ha il reale e che valore ne scaturisce? Domande che, in una sequenza indissolubile, implicano il problema del valore di noi come soggetti nel reale e di fronte ad esso.



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