Description
«Uno dei piaceri di leggere Rabbi Akiva è vedere come Holtz mette in scena la vita di Akiva a partire dalle storie scritte su di lui nei Midrashim e nel Talmud... Holtz scrive con garbo e invita i lettori ad avvicinarsi al mondo del Talmud e del suo studio. »
Maron L. Waxman, Jewish Book Council
«Rabbi Akiva disse: «Ama il prossimo tuo come te stesso (Levitico 19, 18). Questo è il più grande principio della Torah!». »
Bereshit Rabbah, 24, 7
«La sottile sensibilità di Holtz produce un libro allo stesso tempo istruttivo e godibile per lo studioso e per il curioso... Rabbi Akiva è un libro da leggere ancora e ancora.»
The Forward - Burton L. Visotzky
Pur fra molte incertezze, la leggenda ci narra che Akiva ben Joseph nacque attorno all’anno 50 dell’era volgare, forse nella città di Lod, nell’odierna Israele, e morì martirizzato attorno al 135 per aver continuato a insegnare pubblicamente la Torah nonostante la proibizione delle autorità romane. Si dice che fece in modo di spirare prolungando la parola echad, «uno», che conclude la prima frase della preghiera ebraica Shemà: «Ascolta Israele, il Signore nostro Dio, il Signore è uno».
Rabbi Akiva, tuttavia, è una storia prima ancora che un uomo, e questo libro non può dunque essere una biografia nel senso comune del termine. È piuttosto un affresco, che attraverso la figura dell’uomo più saggio e ammirato del Talmud, fotografa la cultura ebraica palestinese del I secolo, nel drammatico momento della sua riconversione da antica religione centralizzata – fondata sul Tempio e sulla casta sacerdotale – a moderna religione diffusa di «maestri» (l’etimo di rabbini), fondata sullo studio e l’interpretazione della Torah. Tanto più che di Akiva abbiamo solo riferimenti interni a quel mondo e nulla di lui ci è invece pervenuto da fonti non ebraiche.
Nel Talmud – un’immensa opera letteraria, giuridica, filosofica e religiosa, composta tra il I e il V secolo – Akiva viene descritto come il «capo di tutti i saggi», l’uomo di umili origini che studiò la Legge in età già adulta, il commentatore arguto e inventivo, quasi sempre vincente nelle dispute tra saggi. È l’esempio da seguire, e come tale è considerato l’iniziatore del rabbinismo.
A questo Akiva «canonico», Holtz aggiunge qui mille sfaccettature, in un testo denso e godibile, che ci restituisce il senso di un vero e proprio eroe della sapienza, una figura sulla quale si è costruito per diversi secoli l’esempio per eccellenza del buon maestro ebraico.
Questo libro può essere letto come un’introduzione al Talmud. Holtz, infatti, analizza la vita di Rabbi Akiva con una metodologia che riflette i procedimenti che si trovano in quell’opera.
Così, leggendo queste pagine potremo apprendere due cose: chi fosse Akiva e quanto importante sia ancora oggi la tradizione che ce ne ha tramandato le idee; e in che termini e con quale logica si affrontano i problemi nel Talmud.
Maron L. Waxman, Jewish Book Council
«Rabbi Akiva disse: «Ama il prossimo tuo come te stesso (Levitico 19, 18). Questo è il più grande principio della Torah!». »
Bereshit Rabbah, 24, 7
«La sottile sensibilità di Holtz produce un libro allo stesso tempo istruttivo e godibile per lo studioso e per il curioso... Rabbi Akiva è un libro da leggere ancora e ancora.»
The Forward - Burton L. Visotzky
Pur fra molte incertezze, la leggenda ci narra che Akiva ben Joseph nacque attorno all’anno 50 dell’era volgare, forse nella città di Lod, nell’odierna Israele, e morì martirizzato attorno al 135 per aver continuato a insegnare pubblicamente la Torah nonostante la proibizione delle autorità romane. Si dice che fece in modo di spirare prolungando la parola echad, «uno», che conclude la prima frase della preghiera ebraica Shemà: «Ascolta Israele, il Signore nostro Dio, il Signore è uno».
Rabbi Akiva, tuttavia, è una storia prima ancora che un uomo, e questo libro non può dunque essere una biografia nel senso comune del termine. È piuttosto un affresco, che attraverso la figura dell’uomo più saggio e ammirato del Talmud, fotografa la cultura ebraica palestinese del I secolo, nel drammatico momento della sua riconversione da antica religione centralizzata – fondata sul Tempio e sulla casta sacerdotale – a moderna religione diffusa di «maestri» (l’etimo di rabbini), fondata sullo studio e l’interpretazione della Torah. Tanto più che di Akiva abbiamo solo riferimenti interni a quel mondo e nulla di lui ci è invece pervenuto da fonti non ebraiche.
Nel Talmud – un’immensa opera letteraria, giuridica, filosofica e religiosa, composta tra il I e il V secolo – Akiva viene descritto come il «capo di tutti i saggi», l’uomo di umili origini che studiò la Legge in età già adulta, il commentatore arguto e inventivo, quasi sempre vincente nelle dispute tra saggi. È l’esempio da seguire, e come tale è considerato l’iniziatore del rabbinismo.
A questo Akiva «canonico», Holtz aggiunge qui mille sfaccettature, in un testo denso e godibile, che ci restituisce il senso di un vero e proprio eroe della sapienza, una figura sulla quale si è costruito per diversi secoli l’esempio per eccellenza del buon maestro ebraico.
Questo libro può essere letto come un’introduzione al Talmud. Holtz, infatti, analizza la vita di Rabbi Akiva con una metodologia che riflette i procedimenti che si trovano in quell’opera.
Così, leggendo queste pagine potremo apprendere due cose: chi fosse Akiva e quanto importante sia ancora oggi la tradizione che ce ne ha tramandato le idee; e in che termini e con quale logica si affrontano i problemi nel Talmud.
Notes biographiques
Barry W. Holtz è docente di Educazione ebraica al Jewish Theological Seminary of America, una delle più importanti istituzioni ebraiche nel mondo. Tra i suoi libri ricordiamo Back to the Sources. Reading the Classic Jewish Texts e Textual Knowledge. Teaching the Bible in Theory and in Practice, premiato con il National Jewish Book Award for Education. Rabbi Akiva è il suo primo libro tradotto in italiano.