Description
Questo saggio è alquanto inconsueto per chi mi conosce soprattutto come critico d’arte e di letteratura, ma mi può capire se visita pure il mio blog, www.renatobarilli.it, in cui dedico ogni domenica una nota di carattere anche politico, come del resto risulta pure dal mio "Autoritratto a stampa", del 2010. La mia fede nella socialdemocrazia non dovrebbe quindi essere una sorpresa per nessuno, e proprio in nome di questa mia opzione di fondo esamino i casi di quattro uomini politici, attivi in modi e tempi diversi, accomunati però da quello che per primo è stato definito da Giuseppe Saragat un destino “cinico e baro”. Una espressione di questo genere avrebbe potuto uscire pure dalla bocca di Bettino Craxi, di Romano Prodi e infine di Matteo Renzi, figure politiche a cui di volta in volta e in gradi diversi è andato il mio consenso, il che mi spinge ad accomunarli in questa sorta di commosso elogio, tardivo per i primi due, ma per fortuna ancora propizio e riparatore per Prodi e Renzi.
Notes biographiques
Renato Barilli (1935) in una carriera lunga ormai più di mezzo secolo ha partecipato ai maggiori eventi della vita culturale italiana, nei due versanti da lui coltivati dell’arte e della letteratura, con l’estetica a fare da trait d’union. Ha scritto numerosi saggi di storia dell’arte e di critica letteraria e ha curato numerose mostre. Parallelamente alla Transavanguardia di Achille Bonito Oliva ha scoperto e promosso il gruppo di artisti italiani da lui definito dei Nuovinuovi ed è stato tra i primi ad occuparsi dell’utilizzo del computer e dei nuovi media nel campo dell’arte.