Description
Nel 2015 ricorrono i 900 anni dalla morte di Matilde di Canossa. È stata la donna più potente nellastoria d’Italia, la Gran Contessa. Fu Signora di uno Stato che nel Medioevo metteva insieme la parte più importante del nord Italia, nonché protagonista della scena europea come tessitrice del più grande accordo di pacificazione fra Papato e Impero della storia d’Occidente. La figura di Matilde di Canossa, le sue conquiste, la sua visione, raccontate da un uomo di grande esperienza politica e civile come Alessandro Carri. Il suo interesse per la donna più potente d’Italia, misto di curiosità e di passione, è diventato un racconto, immaginario ma non arbitrario. Basato su una tesi inedita, suggerita da un’intuizione di Jacques Le Goff: la vicenda di Canossa come esempio del prevalere, nel periodo più religioso dell’Europa, di una visione “laica”. Nessuna visione, né quella del pontefice, né quella dell’imperatore, doveva e poteva integralmente imporsi. E fu così. A impreziosire la narrazione, fra verità storica e ipotesi politica, una prefazione dello studioso Paolo Golinelli, una ricca e aggiornata appendice sulle principali manifestazioni pubbliche dedicate a Matilde.
Notes biographiques
Nel 2015 ricorrono i 900 anni dalla morte di Matilde di Canossa. È stata la donna più potente nella storia d'Italia, la Gran Contessa. Fu Signora di uno Stato che nel Medioevo metteva insieme la parte più importante del nord Italia, nonché protagonista della scena europea come tessitrice del più grande accordo di pacificazione fra Papato e Impero della storia d'Occidente. La figura di Matilde di Canossa, le sue conquiste, la sua visione, raccontate da un uomo di grande esperienza politica e civile come Alessandro Carri. Il suo interesse per la donna più potente d'Italia, misto di curiosità e di passione, è diventato un racconto, immaginario ma non arbitrario. Basato su una tesi inedita, suggerita da un'intuizione di Jacques Le Goff: la vicenda di Canossa come esempio del prevalere, nel periodo più religioso dell'Europa, di una visione "laica". Nessuna visione, né quella del pontefice, né quella dell'imperatore, doveva e poteva integralmente imporsi. E fu così. A impreziosire la narrazione, fra verità storica e ipotesi politica, una prefazione dello studioso Paolo Golinelli, una ricca e aggiornata appendice sulle principali manifestazioni pubbliche dedicate a Matilde e, infine, una sezione dedicata alla cultura gastronomica, ricca di curiosità sull'origine medioevale di uno dei prodotti tipici di questa fetta di Emilia antica e moderna, l'aceto balsamico, che si può a buon diritto dire "matildico".