Description
«Il fascismo dell'area orientale costruisce la sua specifica identità e le sue forme di autorappresentazione attraverso una definizione che si struttura ben presto nella formula del 'fascismo di confine', di grande pregnanza simbolica. Frontiera raggiunta con le armi e, nel contempo, limite per ulteriori avanzamenti e per altre conquiste, la metafora del confine diventa un vessillo che viene agitato con prepotente determinazione: per rassicurare la patria e per minacciare i suoi nemici (interni ed esterni, reali o inventati), per esibire un desiderio di potenza e di revanche a nome dell'intera nazione. Con quel vessillo, il fascismo locale intende proiettarsi sul palcoscenico della storia italiana come soggetto assolutamente speciale e indispensabile, in serrata concorrenza con gli altri fascismi della periferia nazionale»: è il confine che va dal Friuli Venezia Giulia fino ai lembi della Dalmazia, uno dei ‘laboratori' del progetto totalitario fascista, quello che Annamaria Vinci analizza in queste pagine.