Description
Luigi Sturzo al ritorno dal lungo esilio, nel settembre del 1946, avvertì subito che la sua prima responsabilità diveniva quella di dare uno specifico contributo alla nascita e all’affermazione del nuovo sistema democratico. Niente di nuovo nella sua vita, anche sotto il profilo dell’impegno culturale: la democrazia, come ideale condizione di convivenza e come insieme di strumenti e di regole per il governo, era sempre stata, pur nel variare delle stagioni politiche, l’obiettivo stabile di tutte le sue attività e di tutte le sue riflessioni. Anzi, della democrazia aveva elaborato via via una concezione pressoché sistemica e metapolitica: al giovane Gabriele De Rosa che, all’inizio degli anni Cinquanta, lo interrogò sul suo significato precisava che «la democrazia non significa partito e neppure politica, è solo la condizione e la premessa della politica»; in altre parole, per l’anziano sacerdote la democrazia è ciò per cui è possibile distinguere un sistema di convivenza tra uomini liberi e uguali nei diritti da ogni altro sistema. Per costruire un sistema idoneo allo sviluppo dello Stato di diritto nell’immediato dopoguerra era essenziale saldare il nesso tra democrazia e costituzione: a tal fine serviva una «sociologia» capace sia di comprendere la «società in concreto», sia di indirizzare l’azione degli individui.