Description
Quella portoghese appare sovente come una cultura sfasata, in ritardo rispetto ai modelli e alle tempistiche dei paesi del “Centro”. Questo libro, partendo da una riflessione sulla letteratura di fine Ottocento, si propone di chiarire come la dimensione moderna, insieme a quella imperiale, sia fondante nella definizione del soggetto nazionale. Alla fine del secolo, modernità e impero diventano entrambi parte di un processo di compensazione feticistica (con annessa l’adorazione dell’oggetto tipica dell’atteggiamento del feticista) per un’assenza che ha a che fare con l’identità simbolica dissolta dai venti della storia. È la distanza dai modelli di riferimento che esplicita questa assenza (ab-esse) e, tuttavia, è proprio dai margini che si può sviluppare una riflessione critica acuta su ciò che il Centro stesso rappresenta, aprendo la strada a una forma di modernità più sottile. Una revisione del canone letterario alla luce dei modelli identitari proposti ci permette di capire come sia questo lo spazio di gestazione di alcuni dei più importanti fenomeni del Novecento.
Notes biographiques
Agnese Soffritti, dopo il dottorato di Ricerca in Iberistica (Università degli Studi di Bologna), è stata docente di Lingua portoghese all’Università Statale di Milano e dal 2014 è docente a contratto di Letteratura e cultura portoghese e brasiliana. Insegna inoltre Lingua e traduzione portoghese all’Università di Catania. Come traduttrice si è dedicata in particolar modo al fumetto e ha firmato insieme a Chiara Magnante la traduzione italiana del romanzo di Hélder Macedo Partes de África (Da qualche parte in Africa, a cura di M.C. Ribeiro e R. Vecchi, Reggio Emilia, 2010).