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«È vero, oggi è in atto uno 'scontro di civiltà'. Ma non tra Occidente e Oriente. O tra cristianesimo e islam. No, il vero scontro di civiltà si gioca in Parlamento e nelle piazze. Temi della contesa, l'accoglienza e il rispetto della persona straniera. A prendere il sopravvento è il principio dell'indesiderabilità. Irregolari e clandestini sono da espellere. Sì, ci sono, ma non dovrebbero esserci. Non li vogliamo. Anche quando vivono come bestie, come a Rosarno, nessuno muove un dito. Se vogliono un'altra possibilità, la cerchino altrove. In altri Paesi, non in Italia. Per un Paese, come il nostro, che si dichiara cattolico, è difficile capire come si possa discriminare gli stranieri e atteggiarsi poi a difensori del crocifisso.»
«Due Italie si contrappongono. A torto o a ragione. C'è chi soffia sul fuoco, alimentando paure e tensioni. Chi affronta il problema con superficialità e di fronte a un immigrato, sbuffa infastidito. Quasi non lo riguardasse. E chi capisce che una soluzione va trovata. Nell'accoglienza e nella legalità. Due Italie si contrappongono. Quella 'arrabbiata', pugno serrato e muso duro, che 'digrigna i denti' e sbava di livore. E l'altra, quella dei buoni sentimenti, accusata di 'buonismo', ma solidale, coi piedi per terra. Come chi guarda in faccia la realtà. Quale Italia prevarrà? In gioco c'è il nostro futuro. E la speranza del Paese.»
Antonio Sciortino interviene con forza e senza reticenze: come in un reportage, racconta la diffusa xenofobia delle nostre città, il sospetto e i luoghi comuni alimentati dalla politica, le storie di discriminazione, le tante risposte sbagliate e aberranti ai problemi reali. E cosa fa la Chiesa in questa «società dei mille colori» che è già oggi il nostro Paese perché un essere umano sia un essere umano e basta.
Don Antonio Sciortino vede un futuro sereno. È una convinzione in controtendenza con l'aria che tira. Ma don Sciortino è convinto che avesse ragione Giovanni Paolo II: «L'esperienza mostra che, quando una nazione ha il coraggio di aprirsi alle migrazioni, viene premiata da un accresciuto benessere, da un solido rinnovamento sociale e da una vigorosa spinta verso inediti traguardi economici e umani». Il senso del libro è tutto qui, nella speranza.
Gian Antonio Stella, "Corriere della Sera"
Dirige "Famiglia Cristiana", che non lesina attacchi a Berlusconi. Scrive libri sull'immigrazione che sembrano un j'accuse alle tesi di Bossi. E sull'Italia mostra di avere idee molto chiare: «Non ci si può battere pubblicamente per salvare Eluana e diventare indifferenti di fronte alla morte di Mohammed». Il direttore non si scompone nemmeno di fronte alle bordate più sgangherate.
Paolo Griseri, "il Venerdì di Repubblica"
Un lungo viaggio con don Sciortino nella madre delle questioni dell'Italia di oggi, l'immigrazione.
Un saggio scomodo, opera documentata, scritta con lo stile asciutto e il ritmo veloce dell'inchiesta che parte da fatti concreti, spesso urlati e magari dimenticati dopo tre giorni dai media.
Paolo Lambruschi, "Avvenire"
Don Sciortino ospite del Programma Le Storie di Corrado Augias: guarda il video
Don Sciortino ospite del programma radio Fahrenheit: ascolta l'audio