Description
Nel 1910 Loria definì Robert Michels un “chierico vagante”. Più recentemente Henry Stuart Hughes non ha esitato a indicarlo come “il più cosmopolita tra i principali intellettuali del Novecento”. In effetti, non è possibile né comprendere appieno il significato della sua opera, né venire a capo delle tante contraddizioni che segnarono il suo itinerario senza fare riferimento al suo profilo di “intellettuale di frontiera”.
A partire dell’idea di frontiera, il contributo sociologico di Michels si è dimostrato significativo nel rinnovamento della scienza sociale italiana, concorrendo anche a modificare l’immagine internazionale della penisola italiana, fino ad allora rimasta per lo più legata alle impressioni goethiane.
L’autore meglio noto per La sociologia del partito politico (1966), un’opera considerata ancora attuale perché consente di far luce su alcune delle logiche alla base della vita politica contemporanea, si caratterizzò per una forte sensibilità nei confronti dei meccanismi di formazione delle identità collettive. Un sentimento che lo spinse a nutrire un costante interesse per il tema identitario della nazione fino a gettare le basi di una “sociologia del sentimento patrio” e di una sociologia dello straniero.
Robert Michels non fu solo l’elitista e lo studioso delle oligarchie e dei partiti politici, ma un autentico nomade del pensiero, degli spazi e delle classi sociali.
Notes biographiques
Raffaele Federici insegna Sociologia dei processi culturali e della comunicazione presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Perugia e Sociologia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia. È membro del Centro di Ricerca in Sicurezza Umana (CRISU) e del comitato editoriale delle riviste “Journal of Sociology”, “Communication and Linguistics Studies” e “Journal of Defence Sciences”. Studioso del pensiero michelsiano, ha tradotto dal tedesco diverse opere di Robert Michels.