Description
I militari di professione non hanno mai riscosso grandi fortune nella storia dell’Italia unita. Ma mai come nel primo dopoguerra essi sono stati al centro di una trama politica fatta di sospetti e congiure che li ha resi oscuri protagonisti dell’avvento del fascismo. La Grande Guerra aveva rappresentato per le forze armate italiane un’occasione di riscatto e di affermazione. Il paese uscito dalla guerra era tuttavia molto diverso da quello che i reduci si aspettavano di trovare al loro ritorno. Vincitrice ma esausta, attraversata da profondi conflitti sociali e politici, l’Italia del 1919 non sembrava disposta a tributare ai vincitori di Vittorio Veneto le ricompense che essi aspettavano. La vittoria finalmente conquistata sembrava ai più mutilata, svilita e demonizzata. Fu questa esperienza traumatica a spingere la società militare a mobilitarsi contro le sinistre ‘antinazionali’, abbandonando la propria tradizionale apoliticità e giocando un ruolo decisivo nella crisi del regime liberale.
Notes biographiques
Marco Mondini ha studiato alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove attualmente è assegnista di ricerca, e insegna Storia del giornalismo presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Padova. È stato chercheur invité presso l'ENS di Parigi, è consigliere scientifico dell'Istituto Storico della Resistenza di Vicenza e redattore della rivista “Laboratorio di Storia Contemporanea”. Tra le sue più recenti pubblicazioni,Veneto in armi. Tra mito della nazione e piccola patria (Gorizia 2002), Dalla guerra alla pace. Pratiche e retoriche della smobilitazione nell'Italia del Novecento (con G. Schwarz, Verona 2007).