Description
La visione suggestiva di un raggio di luce si inscrive, a volte, tra le righe di alcuni testi mistici e poetici. Non sempre e non a caso. Solo in alcuni piuttosto che in altri. Irrompe sulla scena di stati di coscienza del limite, per descrivere un’esperienza di cui, in realtà, non si potrebbe dire e scrivere nulla. Nel nostro presente inquieto compare in uno degli ultimi romanzi di Marguerite Duras e ritraduce una delle più belle e misteriose poesie di Emily Dickinson. Ma questa visione ha una sua storia che ricongiunge, almeno per ora, altre tre donne: una è quasi contemporanea di Duras ed è una filosofa, Edith Stein, l’altra è una mistica della controriforma ed è Teresa d’Avila, la terza è una mistica e una filosofa, una poetessa e un’eretica, e si chiama Marguerite Porete. Forse, tutte e tre queste donne hanno adottato una stessa metafora per raccontare il vissuto di una identica esperienza. E, forse, il ricorrere di una metafora poetica non è solo una questione di estetica letteraria. Stimola a porsi alcune domande. Si può scrutare nelle esperienze individuando i correlati linguistici e semiotici che le raccontano? Quanto potrebbe essere utile, nella ricerca di correlati neurali degli stati contemplativi, considerare anche approcci di analisi narrativa e semiotica?
Notes biographiques
Alessandra Luciano è dottore di ricerca in Scienze del linguaggio e della Comunicazione e collabora con il Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Comunicazione e con l’Osservatorio sul Pluralismo religioso dell’Università di Torino. Ha pubblicato Anime allo specchio. Le mirouer des simples ames di Marguerite Porete (2011), L’estasi della scrittura (2013), Islam des Lumieres (2019). Dal 2018 è docente dei corsi di Medical humanities presso il Provider ECM Alta Formazione Ospedale Civico di Settimo Torinese.