Description
«Un mestiere finito. Dequalificato. Asservito: ai partiti, ai potentati economici, alla pubblicità. Burocratizzato. Senza più prestigio né credibilità. Malpagato.»«... si dice tra di noi che il primo consiglio da dare a un giovane che voglia fare il giornalista è di nascere figlio di giornalista, o figlio di un amico di un grande giornalista. Non sempre questo consiglio è seguìto, e qui cominciano i guai.»«... non sono sicura che non ci fossero brillanti giornalisti tra coloro che in tutti questi anni hanno bussato invano alla porta delle redazioni. Non sono sicura che abbiano vinto la corsa i migliori. E mi chiedo se questo lungo tirocinio, questa lunga attesa non selezionino negli aspiranti, anziché lo spirito critico e la passione per il mestiere, la tendenza al conformismo e l'accortezza a tacere.»Miriam Mafai
Notes biographiques
Miriam Mafai, giornalista e saggista, editorialista di "Repubblica", è stata parlamentare del Pds, cronista parlamentare dell'"Unità" e direttrice del settimanale "Noi donne". Nel 2005, in riconoscimento della sua intensa attività come cronista e acuta osservatrice del Novecento, ha vinto il Premio Montanelli alla carriera. È autrice di libri di successo dedicati alla storia e alla cronaca del costume e della vita politica del nostro paese, tra cui Pane nero. Donne e vita quotidiana nella Seconda guerra mondiale (Milano 1987, più volte ristampato), Dimenticare Berlinguer. La sinistra italiana e la tradizione comunista (Roma 1996), Botteghe oscure, addio (Milano 1997) e Il silenzio dei comunisti (con V. Foa e A. Reichlin, Torino 2002).