Description
Parlare della musica di Bowie come teatro significa tradurre il suo discorso artistico in una sorta di dialogo tra dialoghi in cui la musica interroga altri linguaggi artistici e in cui l’immagine, la parola letteraria e il suono si ridefiniscono a vicenda. Partendo dallo stretto rapporto che lega Oscar Wilde all’emergere della cultura glam nella seconda metà del ventesimo secolo e dalla dia-logica che lega Bowie e uno dei suoi maestri, il mimo Lindsay Kemp – la cui poetica dissonante e contraddittoria influenzerà profondamente il cantante – il libro si pone come spazio di accesso da un lato all’affascinante officina dell’immagine bowiana, dall’altro alla profonda teatralità dei testi delle sue canzoni abitati da una molteplicità di maschere create dall’ artista, ma anche da parole altrui. L’aspetto forse meno indagato nel discorso bowiano, al quale questo volume rivolge particolare attenzione, è dato dall’innovazione musicale e dalla ricerca sonora che sono alla base della sua filosofia artistica; come si vedrà, la finalità di queste pagine è il far comprendere al lettore come nella filosofia di Bowie la musica in quanto teatro sia in grado di rivolgersi direttamente alle emozioni degli ascoltatori coinvolgendoli in quanto veri e propri attori nel processo di produzione di senso.
Notes biographiques
Pierpaolo Martino è ricercatore di Letteratura inglese presso l’Università di Bari. Si occupa di studi culturali, di letteratura rinascimentale e contemporanea e dei rapporti tra letteratura e musica. Tra le sue monografie si ricordano Down in Albion. Studi sulla cultura pop inglese (2007) e Mark the Music. The Language of Music in English Literature from Shakespeare to Salman Rushdie (2012). Svolge inoltre un’intensa attività di compositore e performer, in qualità di (contrab)bassista, in ambito improv, jazz e post-rock.