Se la società civile gramsciana è portatrice materiale di una visione del mondo in lotta per la direzione politica della società – secondo un’idea di transizione dello Stato come processo di una battaglia interna per l’egemonia e per il consenso tramite la società civile, secondo le premesse della guerra di posizione –, ne consegue che la categoria gramsciana di egemonia conserva tutta la sua grande capacità euristica ed ermeneutica, tanto in riferimento alla sfera nazionale, quanto nella lettura dei fenomeni legati alla mondializzazione e allo sviluppo degli intrecci internazionali. A tale scopo, Gramsci pone il problema del potere nei termini di una egemonia operaia, ovvero il problema della funzione nazionale della classe operaia: qui l’egemonia si conquista a patto che il proletariato rinunci al suo passato mitico del riformismo, basato sulla difesa degli interessi individuali, per adoperarsi finalmente per una causa d’interesse nazionale. Riguardo all’Occidente, Gramsci vede nell’egemonia una strategia irrinunciabile per ogni classe rivoluzionaria e non solo una semplice forma necessaria di esercizio del potere per la classe dominante.

Afonso Mário Ucuassapi, angolano, insegna Filosofi a del diritto, Diritto romano e Metodologia della ricerca scientifica presso la Facoltà di Diritto delle università angolane di “Belas”, “Metodista” e “Independente”. Insegna anche al Master in Diritto Forense presso le università “Gregório Semedo” e “Belas”, ed è inoltre dottore di ricerca in Filosofia all’Università di Roma “La Sapienza”. I suoi percorsi di ricerca s’incrociano con il pensiero rivoluzionario di Antonio Gramsci e di Amílcar Cabral sulla trasformazione del tessuto sociale. Tra le sue pubblicazioni si segnala l’opera Dalle indipendenze alle libertà. Futurismo e utopia nella filosofi a di Severino Elias Ngoenha (2013).