Description
Ogni periodo storico ha il proprio «occhio», cioè un proprio modo di guardare e di guardarsi. Lo sguardo dei poeti e degli artisti romantici inglesi ama indugiare sui paesaggi, tanto quelli familiari, britannici e continentali, quanto quelli lontani e misteriosi dell’oriente in corso di colonizzazione. Ma lo stesso «occhio» romantico ama anche osservare le prospettive dei nuovi, spaziosi teatri di fine Settecento e primo Ottocento, soprattutto per catturare forme e lineamenti degli attori, che funzionano sulla scena come «ritratti». Ed è proprio il ritratto a proporsi come zona di interferenza tra rappresentazione visiva e scrittura letteraria. Questo volume analizza, per la prima volta, i procedimenti compositivi intercorrenti tra testi letterari e opere pittoriche nel Romanticismo inglese, in generi quali autobiografia e autoritratto, poesia descrittiva e pittura di paesaggio, letteratura drammatica e produzione pittorica, critica teatrale e critica d’arte, poesia e pittura orientaliste, libri di modelli con didascalie letterarie.