Description
L’estinzione del marxismo ha lasciato un vuoto nella cultura civile e politica internazionale e italiana. Occorre, da un lato, comprendere i limiti della filosofia e dell’ideologia di Marx e dei suoi seguaci. Dall’altro, occorre colmare quel vuoto. Non si tratta di un terreno agevole per chi opera nel nome della tolleranza, del pluralismo e della equilibrata convergenza della sfera economica e di quella morale. In un’epoca segnata dalla fragilità delle istituzioni, dalla lotta fra i poteri e dall’inquietudine delle masse, ciò che manca alla cultura liberale democratica è l’apertura sentimentale, la vocazione eroica, l’etica dei valori che la facciano intervenire, oltre che sul piano delle regole e delle funzioni, anche su quello delle sfide, dell’esempio e della leale competizione.
Notes biographiques
Giulio de Martino, è nato a Napoli, vive e lavora a Roma. Professore di storia e filosofia, ha insegnato a contratto, in varie università, didattica della storia e bioetica ambientale. Svolge attività di pubblicista e di critico. Tra i suoi libri: Le filosofe (1994), La prospettiva del ’68 (1998), Antologia del dissenso (2003), Paradigmi dell’ozio (6 voll. 2007), Etica e bioetica (2008), La mente virtuale (2015).