Description
Raffaele La Capria attraversa gli ultimi cinquant’anni della cultura italiana senza mai conformarsi alle mode, alle parole d’ordine, ai pregiudizi ideologici di volta in volta predominanti. Questa tensione critica nei confronti di falsificazioni, maschere, mezze verità o verità di comodo, luoghi comuni, riti e miti consolatori rappresenta la ragion d’essere del suo itinerario di narratore e di saggista, incessantemente impegnato a fare della scrittura il luogo di un’ostinata lotta contro tutte le costruzioni mentali che, sul piano psicologico individuale e collettivo, in ambito ideologico e culturale, fanno da diaframma mistificatore fra l’individuo e la realtà. Il suo primo romanzo, Un giorno d’impazienza (1952), reca come epigrafe dei versi di Jacques Prévert che denunciano le menzogne del mondo mentale: «Quand on le laisse seul / le monde / mental / ment / monumentalement». L’ultimo volume di saggi, pubblicato a cinquant’anni di distanza, nel 2001, Lo stile dell’anatra, è una polemica requisitoria contro l’esasperato concettualismo contemporaneo, che inquina e distorce ogni rapporto diretto con la realtà. Tra questi due estremi cronologici si dispiega un impegno di creazione narrativa e di riflessione saggistica – due tensioni fra loro indissociabili e complementari nell’opera di La Capria – teso a sperimentare, con sorprendente ricchezza di esiti, sempre nuove strategie di scrittura, come risulta dagli interventi delle giornate di studio svoltesi a Caen fra il 18 e il 19 maggio 2001, alla presenza dell’autore, e di cui ora qui si raccolgono i testi.