Descripción
Quando ci si interessa alla storia del Giappone, la prima cosa che si incontra è la coscienza storica del popolo giapponese. Questo immaginario, prodotto in misura maggiore o minore dalle comunità nazionali e religiose, si basa su dati oggettivi, li sintetizza e li abbellisce e – poiché influenza il comportamento collettivo – si trasforma a sua volta in una realtà accessoria. In Giappone, l’immaginario storico è dei più semplici: si limita ad affermare come sue caratteristiche specifiche la continuità – il tempo lineare, senza un vero inizio o una vera fine – e l’omogeneità – una totalità sincronica –, includendo in questa associazione lo Stato, la dinastia imperiale, le numerose stirpi illustri od oscure la cui coalescenza forma la popolazione e, infine, il territorio del Paese. In effetti, l’originalità del Giappone sta nel fatto che il cambiamento avviene, come se fosse naturale, all’interno di un quadro immobile. Ma qual è la dinamica interna di questo Paese che, dalla preistoria al rinnovamento Meiji, è riuscito a mantenere la sua unità?
Notas biográficas
Michel Vié, nato nel 1929 a Gien, è uno storico e iamatologo francese, professore emerito all’INALCO (Institut national des langues et civilisations orientales) fondato a Parigi nel 1795. Dal 1982 al 1986 ha diretto l’Institut franco-japonais du Kansai a Kyoto e dal 1989 al 1991 è stato incaricato di missione diplomatica presso l’ambasciata di Francia a Tokyo. Gli studi di Michel Vié sono incentrati sull’analisi dei rapporti di forza e dei conflitti tra gli attori politici, militari ed economici dello scacchiere mondiale. Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo Le Japon contemporain e Le Japon et le monde au xx siècle.