Descripción
Cosa vuol dire essere madri? Cosa significa pensare il corpo come materia vivente che, nel parto, si apre e si lacera? Riportando il concetto di “vita” alla sua dimensione viscerale, Adriana Cavarero sfida l’indifferenza della filosofia per il corpo materno e ne esplora i lati oscuri e inquietanti, emarginati da una tradizione che predilige rappresentazioni idilliche e luminose. La «sfera del nascere» sigilla la complicità delle donne con la natura: è lo «strano potere» della procreazione, tramandato di madre in figlia, a rendere possibile la rigenerazione continua della vita. Emerge così – nell’intreccio esclusivamente femminile tra parto e physis, fra procreazione e zoe – una maternità eccedente, un’«iper-maternità» raffigurata dalla straordinaria potenza generatrice di Niobe e dalla vitalità esuberante e violenta delle Baccanti. Attraversando la narrativa contemporanea e il pensiero filosofico e tragico greco, con incursioni nell’antropologia, nella biologia e nella teoria critica femminista, Cavarero rifiuta ogni discorso rassicurante per svelare il versante buio e «tremendo» della gravidanza
Notas biográficas
Già ordinaria di Filosofia politica all’Università di Verona, è attualmente professoressa onoraria e presidente del comitato scientifico dell’Hannah Arendt Center for Political Studies presso lo stesso ateneo. È stata visiting professor alla New York University e alla University of California, Berkeley. Castelvecchi sta ripubblicando le sue opere, tra le quali: A più voci. Filosofia dell’espressione vocale (2021), Tu che mi guardi, tu che mi racconti. Filosofia della narrazione (2022), Orrorismo. Ovvero della violenza sull’inerme (2022), Nonostante Platone. Figure femminili nella filosofia antica (2023) e Corpo in figure. Filosofia e politica della corporeità (2023).