Descripción
Se tra le rovine, lasciate a loro stesse, ci sentiamo in un tempo sospeso,
"fuori dai cardini", e a guidare il nostro cammino sono disorientamento,
scoperta e sorpresa, una tale esperienza oggi non è più possibile nei parchi
e nei siti archeologici più celebri, ottimizzati per lo sfruttamento turistico.
Percorsi obbligati sono progettati per ridurre la permanenza dei visitatori;
pannelli, mappe, audioguide comunicano una descrizione immediata del
manufatto con informazioni che saturano la visita senza lasciare spazio
a riflessioni e rielaborazioni individuali. Nei casi migliori, i resti si sono
trasformati in luoghi della memoria, documenti di un tempo passato e
oramai inaccessibile. Nei siti archeologici musealizzati non c'è più spazio
per contemplazione, per il disorientamento, per il vagare senza meta e
senza scopo e da queste esperienze fisiche far emergere un'emozione, dalle
interazioni con il luogo far affiorare un interrogativo. Non c'è più spazio, insomma, per quell'esperienza tipica delle rovine che, nello svolgersi
della Modernità, dal paesaggismo romantico ha ispirato l'interesse delle
avanguardie artistiche del Novecento per lo studio degli effetti motori e
affettivi nella relazione tra uomo e opera.
Ripercorrendo esempi di progetti moderni e contemporanei, il volume tratteggia le modalità con le quali è possibile recuperare il valore di questo tipo
di esperienza, riscoprendo le rovine come luoghi di cultura del tempo presente. Ciò è possibile solo partendo da un'attenta progettazione architettonica che sappia coniugare le istanze conservative legate alla materia con una
quantità di fattori immateriali, mettendo al centro del progetto la capacità
dello spazio di orchestrare la relazione tra uomo e rovina antica.