Descripción
Con la fine della Guerra fredda, la globalizzazione e la società digitale il Sud perde tutte le rendite di posizione territoriale che avevano garantito, fino a trent'anni fa, protezioni, aiuti e sostegni.
Ma il meridionalismo non aggiorna la sua cassetta degli attrezzi, classi dirigenti ed élite intellettuali anziché produrre nuove idee si adagiano nella retorica dell'inganno e dell'abbandono, rifugiandosi nella sterile litania della "colpa degli altri" e nel rivendicazionismo lamentoso. Fino all'emergere di un sudismo impastato di nostalgie borboniche.
Trent'anni persi a rincorrere il Nord. E trent'anni di opportunità sprecate.
Ora il cerchio si chiude: il partito nato per punire il "banditismo dei meridionali" conquista voti e consensi anche al Sud, le popolazioni del Mezzogiorno si consegnano (si arrendono?) a chi le aveva insultate e additate come "zavorra del Paese".
In questo quadro la Puglia rappresenta un "caso", con i ritardi infrastrutturali, gli indicatori socioeconomici negativi, il contrasto tra immagine e sostanza. Il suo governo prende la china del movimentismo immobilista producendo danni sul territorio, come accade per la xylella, il gasdotto Tap e l'llva. La primavera pugliese è durata un soffio, lasciando molte contraddizioni.
Un "caso" è anche il Salento: terra in cammino, laboratorio di ciò che il Sud può essere o diventare se il meridionalismo "di pensiero" torna a prevalere su quello "di potere", puntando su vocazione mediterranea e federalismo municipalista.
È con il protagonismo dei territori che il Sud può riprendere il destino nelle proprie mani e rimettersi in marcia.