Descripción
Il libro si incentra sul carattere assolutistico dell'individualismo giuridico
moderno, che ha preteso elevare a unico modello proprietario quello della
proprietà privata individuale e che ha, nel contempo, preteso di cancellare
qualsiasi altro modello alternativo e soprattutto quello incarnato in assetti
fondiarii collettivi arrivati sino alla modernità lungo il filone di una plurisecolare tradizione.
È nella seconda metà dell'Ottocento che si ha l'emersione in Europa
occidentale di una coscienza rinnovata e che cominciano, pur tra enormi
difficoltà e tra atteggiamenti scopertamente persecutorii, affermazioni davvero
pluralistiche. È «un altro modo di possedere» (secondo un risalente
insegnamento di Carlo Cattaneo) che pretende una sua legittimazione; la
quale avverrà lentamente nel corso di quel secolo pos-moderno che è il
Novecento. Alla fine di questo si riconoscerà alla appartenenza collettiva
il merito grande di aver costituito realtà spiccatamente sociali e di aver realizzato forme efficaci di tutela ambientale. Fortunatamente, è una consapevolezza culturale che si fa oggi sempre più strada. Lo stesso persecutore di un tempo, il legislatore nazionale italiano, si è messo decisamente in questa
linea con l'importante Legge 168 del novembre 2017.
Non si tratta, però, di rispettare soltanto forme alternative di appartenenza.
Quello delle terre collettive è addirittura un mondo segnato da valori profondi
intensamente vissuti; e una diversa antropologia lo sorregge offrendoci
l'esempio di comunità operose dominate da una sentita solidarietà.