«Se il marchio di un'opera importante è quella di giungere inattesa e inclassificabile, Neuropa, nella sua prima edizione del 2005, presentandosi come un "poema epicomico in prosa", spiazzava non poco l'orizzonte di attesa degli abituali lettori di narrativa, ma soprattutto non mostrava consanguineità evidente con altre opere contemporanee. Neuropa, infatti, ha tutto del testo abnorme, dalla semplice punteggiatura all'intreccio. E presenta, inoltre, la prelibatezza di una lingua non media, che richiama l'ampio spettro lessicale e l'imprevedibilità sintattica di un Gadda o di un Manganelli». Dalla prefazione di Andrea Inglese.