Descripción
Obiettivo del nostro tempo può essere una mera coesistenza? Se la risposta è no, se pensiamo non soltanto di coabitare gli uni accanto agli altri con il rischio di scivolare dall'indifferenza al respingimento (e oltre), se riteniamo essenziale coinvolgerci in progetti di vita condivisi, occorre che gli altri non siano soltanto 'altri', ma che noi e loro siamo – e ci rappresentiamo – 'simili'. Dai filosofi dell'antichità a quelli della modernità, da momenti significativi del pensiero scientifico ai modi in cui in altre società sono concepite le persone, ciò che viene fatta emergere è una teoria delle somiglianze, che – prima di ogni divisione – induce a cogliere legami e intrecci non solo tra le cose, ma entro le cose. In questo modo, insieme all'identità, viene meno anche il concetto di individuo. Come già in biologia, al suo posto troviamo il 'condividuo', un soggetto che, oltre a condividere con altri somiglianze e differenze, è esso stesso espressione di una vera e propria simbiosi interna, a partire dalla quale dovrebbe risultare più facile pensare alla convivenza con gli altri.
Notas biográficas
Francesco Remotti, professore emerito di Antropologia culturale presso l'Università di Torino, socio dell'Accademia delle Scienze di Torino e dell'Accademia dei Lincei, ha compiuto ricerche etnografiche ed etno-storiche in Africa equatoriale e riflessioni teoriche sull'identità e la somiglianza, oltre che sull'antropo-poiesi. Tra le sue pubblicazioni, Noi, primitivi. Lo specchio dell'antropologia (Torino 1990). Per Laterza è autore di: Contro l'identità (1996); Prima lezione di antropologia (2000); Contro natura. Una lettera al Papa (2008); L'ossessione identitaria (2010); Cultura. Dalla complessità all'impoverimento (2011); Fare umanità. I drammi dell'antropo-poiesi (2013).