Descripción
Per “il genere umano [che] è troppo desideroso di frottole”, come Michel de Montaigne sosteneva, questa pièce poetica vuole essere un contributo che ha come sfondo l’incontro ipotetico, improbabile sul piano etico, tra il grande maestro Confucio e il nostro Pinocchio. Come un antico aedo l’autrice riporta con facondia, in maniera effervescente, controversie, repentini turbamenti, disfacimenti che si intessono con i pilastri della didattica confuciana, obbedienza e pietà filiale. Se Pirandello incontrava sul suo tragitto “tante maschere e pochi volti”, Pinocchio è il testimone che si imbatte nei “mucchi di nasuti / e scarsamente / in raffinati nasi” abbozzando in alcuni passaggi, con attuale nonchalance, la società liquida di Bauman. Rimbalzi linguistici, varie decodificazioni, formule cadenzate, simboliche, un virus labirintico invitano il governo di sé, e non solo, a una chiave risolutiva: la nobilitazione. Il percorso interiore può iniziare se la virtus, che langue in provetta, trova fermezza.
Notas biográficas
Elisabeta Petrescu ha pubblicato Splendere è cantare (Milano, 2010), Marinaio di nuova poesia (Lucca, 2017), Ionescamente. Io ne esco come? (Roma, 2019), con lo staff di Prepos il Dizionario essenziale di counseling relazionale e personologico (2012). Ultimo riconoscimento per la sua poesia è il Premio speciale della giuria per la raccolta inedita Vidi antidivi (Premio Officina 2019).